Malleus Maleficarum

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Nel momento in cui la Stregoneria inizió ad essere identificata con il satanismo, nacque il Malleus Maleficarum (Il Martello delle streghe), documento pubblicato nel 1487 dai frati domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer, allo scopo di reprimere in Germania l’eresia, il paganesimo e la stregoneria.

Molti credono che questo testo fu voluto dall’autorità papale, ma non fu così, infatti la bolla d’apertura risale a 3 anni dopo la sua pubblicazione. A quel tempo la Chiesa si divideva tra chi non credeva assolutamente all’esistenza delle Streghe e chi invece credeva fortemente in loro, come spose di Satana, e nella loro magia. 

Il Malleus Maleficarum non fu mai adottato ufficialmente dalla Chiesa cattolica, ma non fu neppure mai inserito nell’indice dei libri proibiti. Questo testo riscosse così tanto successo da: prendere il posto del Canon episcopi; essere pubblicato in 34 edizioni ed essere preso come punto di riferimento principale da ecclesiastici e giudici. 

Questo testo, fino alla metà del XVII secolo, fu il più consultato in relazione alla caccia alle streghe, in quanto specificava esattamente come comportarsi ogni volta che ci si trovava di fronte ad una presunta strega o al suo operato. Nonostante l’enorme popolarità dell’opera, la sua credibilità e diffusione subirono però un brusco arresto tra il 1520 e il 1560.

 

Le 3 parti del Martello delle streghe.

Il Malleus Maleficarum è una raccolta  di credenze riguardanti il fenomeno della stregoneria, spesso estrapolate da testi più antichi, quali il Directorium inquisitorum di Nicolas Eymerich (1376) e il Formicarius di Johannes Nider.

Il libro è diviso in tre parti.

La prima affronta la discussione sulla natura della stregoneria. Le donne, a causa della loro mentalità inferiore, sono predisposte a cedere alle tentazioni di Satana. Il titolo stesso presenta la parola maleficarum (femminile) e gli autori dichiarano (erroneamente) che la parola femina (donna) deriva da fe + minus (fede minore).   

La seconda parte approfondisce alcune affermazioni scritte nella prima, con lo scopo di far comprendere «il modo di fare le stregonerie e il modo in cui si possono facilmente eliminare». Inoltre per gli autori i pettegolezzi bastano per condurre una persona a processo e, se un testimone le difendeva, allora anche lui era colpevole e doveva essere condannato. 

La terza. I due scrittori in quest’ultima parte specificano che i giudici e la giuria non sarebbero mai stati colpiti da fatture in quanto operavano per conto di Dio, che vigilava sul loro operato e li proteggeva. Molto spazio è dato a delle immagini che illustrano come fare per estorcere le confessioni dalle presunte streghe, e anche sui vari metodi di tortura da applicare durante l’interrogatorio. 

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